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Capitolo 85.   CD, CD-ROM, DVD-ROM e file system ISO 9660

Il file system ISO 9660, cioè quello usato per i CD-ROM, ma solitamente anche per i DVD-ROM, è particolare a causa della struttura stessa di questi dischi: i dati vengono memorizzati in settori su un'unica traccia a spirale che parte dalla zona centrale e si espande verso l'esterno.

In questo senso, il CD e il DVD assomiglia molto al nastro quando si è in fase di scrittura (i dati possono solo essere aggiunti), mentre in lettura si riesce a ottenere un accesso diretto come si fa con i dischi magnetici. Per questa ragione, lo stesso file system ISO 9660 è organizzato in modo che la scrittura avvenga una volta sola, senza la possibilità di cancellare o modificare dati già inseriti.

Si può fare esperienza con questo file system anche senza dover bruciare dei veri CD-R.

Tabella 85.1. Riepilogo dei programmi per la preparazione di CD-ROM e di DVD-ROM.

Nome Descrizione
setcd Controlla il comportamento dell'unità CD o DVD.
mkisofs Crea un file system ISO 9660, con la possibilità di inserire varie estensioni.
isolinux.bin Programma usato per rendere avviabile un CD-ROM o un DVD-ROM.
stage2_eltorito Programma usato per rendere avviabile un CD-ROM o un DVD-ROM.
cdrecord Incide un CD-ROM, a partire da un file system ISO 9660 già pronto.
cdrdao Incide un CD-ROM, a partire da un file system ISO 9660 già pronto.
dvdrecord Incide un DVD-ROM, a partire da un file-immagine già pronto (file system ISO 9660 o altro).
growisofs Incide un DVD-ROM (DVD±R[W]), a partire da un file-immagine già pronto, o utilizzando in modo trasparente mkisofs. Gestisce in modo trasparente le sessioni multiple.
dvd+rw-format Inizializza o modifica la modalità di scrittura di un DVD±RW.

Le informazioni contenute in questo capitolo a proposito dei DVD sono molto limitate; in particolare non si considera la possibilità dei DVD-RAM di essere usati praticamente come dei dischi comuni rimovibili.

85.1   Controllo dell'unità CD o DVD

Il kernel Linux ha una propria gestione per l'accesso alle unità CD o DVD, che può essere impostata, attraverso un programma apposito. In generale, non c'è alcun bisogno di intervenire sull'impostazione predefinita iniziale, tuttavia può essere interessante conoscere le alternative disponibili, in presenza di situazioni particolari.

Il programma che consente di modificare la configurazione di utilizzo delle unità CD o DVD è setcd:

setcd [opzioni] [file_di_dispositivo]

Il programma setcd richiede l'indicazione di almeno un'opzione, altrimenti non si ottiene alcuna azione; inoltre, se non viene indicato il file di dispositivo, il programma cerca di utilizzare /dev/cdrom. Alcune delle opzioni richiedono un argomento numerico, pari a zero o uno, con il quale si intende disabilitare, oppure abilitare una funzionalità.

Tabella 85.2. Alcune opzioni.

Opzione Descrizione
-c0|1
Controlla la funzione di caricamento automatico, quando il file di dispositivo corrispondente viene aperto. Generalmente, questa funzione è attiva.
-dn
Stabilisce il numero con il quale selezionare un disco all'interno di un'unità multipla (come un juke-box).
-e0|1
Controlla la funzione di caricamento ed espulsione automatici nel momento in cui il disco viene innestato o staccato. Generalmente questa funzione è disabilitata, richiedendo per questo scopo l'uso di programmi come eject; a ogni modo, la sua attivazione è sostanzialmente equivalente all'attivazione di -c e -o.
-f0|1
Controlla una funzione che, se attiva, fa sì che siano ignorati alcuni errori. In generale, conviene che questa funzione sia attiva.
-l0|1
Controlla la funzione di chiusura dell'unità fisica, in modo da impedire che il disco possa essere espulso manualmente se risulta innestato. In generale, questa funzione è attiva.
-o0|1
Controlla la funzione di espulsione automatica del disco. In generale, questa opzione è disattivata; di solito, al posto di attivare questa opzione si preferisce usare -e.
-t0|1
Controlla la funzione di verifica del tipo di disco. Per esempio, questa funzione attiva fa in modo di generare un errore quando si tenta di innestare un CD musicale. In generale, questa funzione è attiva.
-i
Fornisce delle informazioni sullo stato dell'unità ed eventualmente sul tipo di disco contenuto.
-r
Riporta le opzioni di funzionamento allo stato predefinito, pari a -c1 -f1 -l1 -o0 -t1.
-s
Fornisce l'elenco dello stato delle opzioni di funzionamento dell'unità richiesta.

Segue la descrizione di alcuni esempi.

85.2   Caratteristiche di massima di un CD

Il CD è oggi un supporto di memorizzazione pensato per scopi differenti, nato per sostituire i dischi audio analogici di vinile. La sua origine specifica ha poi portato a un'evoluzione piuttosto complessa per consentirne l'impiego in altri settori.

Si può immaginare il contenuto di un CD come qualcosa che è suddiviso in sessioni, che a loro volta si suddividono in tracce. Ogni traccia può avere una destinazione differente; per esempio può trattarsi di un brano musicale, di un file system, o un altro tipo di informazione.

In condizioni normali, un CD-ROM si compone di una sola sessione, contenente una sola traccia dati (un file system), mentre un CD musicale si compone di una sola sessione contenente diverse tracce, una per ogni brano musicale.

Ogni sessione contiene un indice generale, noto con la sigla TOC (Table of contents), collocato alla fine delle tracce, che permette di raggiungere l'inizio delle tracce attraverso un accesso diretto. Si fa riferimento alla creazione di questo indice con il termine finalization, oppure fixation.

L'ultima sessione di un CD può essere aperta o chiusa. Una sessione che rimane aperta consente l'aggiunta di una sessione ulteriore, mentre una sessione chiusa non permette di aggiungerne altre.

La registrazione di un CD può avvenire in fasi successive. Teoricamente è possibile definire una sessione e inserirvi una traccia alla volta, inserendo l'indice TOC solo alla fine. Una volta completata la sessione con l'indice, se questa rimane aperta, è possibile aggiungerne altre.

Dopo questa descrizione schematica è necessario comprendere che le sessioni non sono degli scompartimenti stagni, ma rappresentano delle fasi successive nella registrazione di un CD. Teoricamente, le varie sessioni devono risultare concatenate fra loro, in modo tale che la lettura dell'indice TOC finale consenta di conoscere la collocazione di tutte le tracce presenti. In questo senso va considerato anche il fatto che la sequenza di numerazione delle tracce è unica in tutto il CD e non viene azzerata all'inizio di sessioni successive. Pertanto, alla fine, il CD dovrebbe apparire scomposto in tracce e la presenza delle sessioni non dovrebbe modificare l'apparenza del contenuto. Naturalmente, questa è la teoria; in pratica gli apparecchi usati per leggere i CD devono essere in grado di riconoscere le sessioni, altrimenti le informazioni successive alla prima sessione di registrazione diventano inaccessibili. In questo senso è sempre bene evitare di realizzare CD contenenti più di una sessione.

85.3   Caratteristiche di massima di un DVD

Il DVD nasce come un tipo particolare di CD in grado di memorizzare molti più dati (intorno ai 4 700 000 000 byte, ovvero 4,3 Gibyte), dal quale si sono sviluppate diverse varianti. Nelle situazioni più comuni si distinguono DVD-R (o DVD-RW) dai DVD+R (o DVD+RW). Il primo tipo (DVD-R o DVD-RW) è quello che ha caratteristiche tecniche inferiori, perché per l'incisione richiede la stessa procedura da usare per un CD, ma è compatibile con la maggior parte dei lettori DVD; il secondo tipo (DVD+R o DVD+RW) è più evoluto ed è più facile la procedura di registrazione.

Fatta questa distinzione tra «DVD-» e «DVD+» è bene chiarire che se lo scopo è quello di archiviare dati da rileggere con lo stesso masterizzatore, conviene decisamente utilizzare dischi «+».

Come si può intendere intuitivamente, quando si fa riferimento a un DVD-ROM, si intende un DVD contenente una traccia dati (che non può essere modificata), così come avviene con i CD-ROM, senza fare distinzioni sulla tecnologia usata nella realizzazione del disco («-» o «+» che sia).

85.4   Creazione dell'immagine di un CD-ROM o di un DVD-ROM

Creare l'immagine di un CD-ROM o di un DVD-ROM significa predisporre un file in qualità di traccia dati di una sessione del disco che si vuole masterizzare. In generale si tratta di realizzare un file system ISO 9660, probabilmente con qualche estensione.

85.4.1   Estensioni Rock Ridge

Il file system ISO 9660 è predisposto per gestire file il cui nome è organizzato nello stesso modo in cui faceva il Dos: 8.3, ovvero otto caratteri al massimo, seguiti da un punto e da un'estensione di un massimo di tre caratteri.

In realtà, il file system ISO 9660 sarebbe in grado di gestire nomi di un massimo di 32 caratteri. Il motivo per il quale si mantiene lo standard 8.3 è quello per cui si vuole consentire a qualunque sistema operativo, Dos incluso, di accedere ai suoi dati.

Dal punto di vista dei sistemi Unix, questo non costituisce solo un problema nella dimensione dei nomi, ma soprattutto nella mancanza di tutti gli altri attributi che può avere un file: i permessi e le proprietà.

I CD-ROM e i DVD-ROM realizzati per gli ambienti Unix sono fatti generalmente utilizzando le estensioni Rock Ridge che alla fine permettono di memorizzare tutti quei dati mancanti, compresa la possibilità di gestire nomi più lunghi, con o senza punti. Quando questi dischi vengono letti in un sistema operativo che non è in grado di interpretare tali estensioni, si riescono a vedere solo nomi di file corti.

Il problema dei nomi deve essere tenuto in considerazione nella preparazione di CD-ROM e DVD-ROM. Se questi dischi sono destinati ad ambienti normali, Dos e derivati, occorre organizzare un sistema di nomi corti per essere certi che possano essere letti ovunque nello stesso modo.

Quando si usano delle estensioni per gestire nomi lunghi, è normale che all'interno di ogni directory venga aggiunto un file contenente un elenco di abbinamenti tra i nomi corti che appaiono quando non si dispone delle estensioni e i nomi lunghi corretti. Di solito si tratta del file TRANS.TBL e il suo significato è evidente: translation table, ovvero tabella di conversione.

Anche il numero di livelli di sottodirectory ha un limite nel file system ISO 9660: sono al massimo otto. Le estensioni Rock Ridge permettono di superare tale limite, ma come al solito si pongono delle difficoltà per i sistemi che non sono in grado di gestire tali estensioni.

85.4.2   Estensioni Zisofs

Le estensioni Zisofs si sommano a quelle Rock Ridge e sono costituite da una tecnica di compressione sui file, che consente un accesso trasparente ai dati. Si tratta precisamente di un'estensione specifica dei sistemi GNU/Linux, tuttavia è possibile estrarre il contenuto di un CD-ROM o di un DVD-ROM del genere disponendo degli strumenti necessari.

85.4.3   Estensioni El-Torito

Le estensioni El-Torito permettono di realizzare un CD-ROM o un DVD-ROM «avviabile», purché il firmware (BIOS) dell'elaboratore sia in grado poi di sfruttare effettivamente questa possibilità.

Il metodo consiste nel simulare un dischetto, come se fosse stato inserito nella prima unità. Questo «dischetto» deve contenere naturalmente tutto quello che serve per avviare un sistema in grado di leggere il CD-ROM o il DVD-ROM. In pratica, nel caso delle distribuzioni GNU/Linux, si include l'immagine del dischetto di avvio necessario a iniziare l'installazione della distribuzione stessa. Questo dischetto deve avere un formato normale: 1 200 Kibyte, 1 440 Kibyte o 2 880 Kibyte.

85.4.4   Estensioni Joliet

Le estensioni Joliet nascono dalla Microsoft e servono a consentire la lettura del disco in un sistema MS-Windows, preservando i nomi lunghi.

Le estensioni Joliet non pongono limiti alla dimensione dei nomi dei file, tuttavia non consentono di distinguerli oltre i primi 64 caratteri.

In generale, salvo problemi nella lunghezza dei nomi dei file, conviene utilizzare anche queste estensioni in modo da permetterne la lettura del disco che si realizza in qualunque circostanza.

85.4.5   Strumenti per la creazione di un file-immagine ISO 9660

Per la creazione di un file-immagine con file system ISO 9660, si utilizza un programma particolare, in grado di gestire anche le varie estensioni:

mkisofs [opzioni] directory
mkhybrid [opzioni] directory

Il programma mkisofs, (1) ovvero mkhybrid, crea il file-immagine a partire dal contenuto di una directory. In pratica, tutto quello che è contenuto nella directory, comprese le eventuali sottodirectory, viene usato per generare il nuovo file system. Non si tratta di un normale programma di inizializzazione, perché con questo tipo di file system non è possibile inizializzare prima e scrivere i dati dopo: inizializzazione e registrazione sono simultanee.

I due nomi dovrebbero fare capo allo stesso eseguibile e non dovrebbe esserci differenza nell'usare un nome o l'altro. In origine, il nome mkhybrid identificava una variante specializzata per le estensioni Joliet e HFS; attualmente questa separazione non c'è più.

Se non viene utilizzata l'opzione -o, il risultato viene emesso attraverso lo standard output.

Questo programma non è in grado di registrare i CD-ROM o i DVD-ROM, ma solo di generare un'immagine del risultato finale in un file che poi viene utilizzato dal programma di masterizzazione. In teoria è possibile inviare l'output del programma direttamente al programma di masterizzazione, ma si tratta generalmente di una tecnica sconsigliabile.

Tabella 85.6. Alcune opzioni generali

Opzione Descrizione
-f
-follow-links
Utilizzando questa opzione, si fa in modo che i collegamenti simbolici vengano tradotti nel file o nella directory a cui puntano. Ciò è utile quando si prepara un disco senza le estensioni Rock Ridge. Se questa opzione non viene utilizzata, i collegamenti simbolici sono copiati come tali e di conseguenza si utilizzano le estensioni Rock Ridge.
-m modello
-exclude modello
Questa opzione, seguita da un modello realizzato con i caratteri jolly gestiti dalla shell, permette di escludere tutti i file e le directory che corrispondono al modello. Il modello riguarda solo il nome dei file e delle directory, non il percorso necessario a raggiungerli.
-o file
-output file
Questa opzione permette di specificare il file di destinazione che deve contenere l'immagine del file system generato. Il file indicato può anche essere un dispositivo a blocchi di un'unità a dischi, come un dischetto o una partizione (non può trattarsi di un CD-ROM o di un DVD-ROM). Se questa opzione non viene utilizzata, il risultato viene emesso attraverso lo standard output.
-v
-verbose
Durante il funzionamento, genera più informazioni.
-C inizio_ultima_sessione,\
  \inizio_prossima_sessione
Questa opzione si usa assieme a -M per la creazione di un'immagine da accodare in una sessione successiva. L'argomento dell'opzione si compone di due parti, separate da una virgola, che sono numeri ottenuti da cdrecord con l'opzione -msinfo, in riferimento a un CD multisessione a cui si vuole accodare l'immagine che si sta per creare.
-M immagine_nella_sessione_precedente
Si usa assieme a -C per creare un'immagine da considerare la continuazione di un'altra, da inserire nella sessione successiva del CD.

Tabella 85.7. Estensioni legate ai dati contenuti

Opzione Descrizione
-R
Questa opzione permette di generare un file system ISO 9660 con estensioni Rock Ridge, permettendo così la memorizzazione di tutte le informazioni tipiche dei sistemi Unix.
-r
Questa opzione si comporta in modo analogo a -R con la differenza che la proprietà e i permessi vengono modificati: file e directory appartengono all'utente e al gruppo root; tutti i file e le directory ottengono tutti i permessi di lettura; tutti i permessi di scrittura vengono tolti; tutti i file e le directory che risultano avere almeno un permesso di esecuzione, lo ottengono per tutti gli utenti; i permessi particolari: SUID, SGID e Sticky, vengono rimossi.
-z
Serve a precisare che la directory usata per creare il file-immagine contiene file compressi, conformi alle estensioni Zisofs. Questa opzione richiede l'abbinamento con -r o -R.
-T
Utilizzando questa opzione si attiva la creazione del file TRANS.TBL in ogni directory, per contenere la tabella di conversione necessaria a stabilire il nome corretto dei file quando si legge il disco in un sistema che non è in grado di riconoscere le estensioni Rock Ridge.
-J
Genera le estensioni Joliet.

Tabella 85.8. Estensioni El-Torito, per rendere avviabile il CD-ROM o il DVD-ROM.

Opzione Descrizione
-b file_immagine_di_avvio
Permette di indicare il file contenente l'immagine di un dischetto da utilizzare per rendere avviabile il CD-ROM o il DVD-ROM con le estensioni El-Torito. Questa opzione si usa assieme a -c.
-c file_catalogo
Questa opzione si usa assieme a -b allo scopo di rendere avviabile il CD-ROM o il DVD-ROM utilizzando le estensioni El-Torito. Si deve indicare il nome di un file. mkisofs lo deve creare o sovrascrivere all'interno della gerarchia che compone l'insieme di ciò che si vuole inserire nel file system ISO 9660. In pratica, questo file serve a contenere delle indicazioni relativamente all'avvio del CD-ROM o del DVD-ROM, definite automaticamente da mkisofs.
È un po' difficile indicare correttamente i file abbinati alle opzioni -b e -c. In pratica è necessario che la directory corrente nel momento della creazione dell'immagine ISO 9660 corrisponda al punto iniziale della gerarchia che si vuole archiviare in questo modo. Così, i percorsi dei file in questione possono essere indicati in modo relativo.

Segue la descrizione di alcuni esempi.

85.4.6   Esperimenti con il file system ISO 9660

Prima di arrivare alla realizzazione di un CD-ROM o di un DVD-ROM occorre fare qualche esperimento non distruttivo. Si suppone che si tratti dell'utente tizio che ha costruito una struttura a partire dalla directory prova/ discendente dalla propria directory personale.

mkisofs -r -T -v -o ~/prova.img ~/prova[Invio]

In questo modo è stato creato il file prova.img nella directory personale dell'utente. Per verificare il risultato si può eseguire l'innesto dell'immagine appena creata, ma per questo occorre avere i privilegi dell'utente root.

su[Invio]

Password: *******[Invio]

mount -o loop -t iso9660 /home/tizio/prova.img /mnt/cdrom[Invio]

Se tutto va bene, da questo momento l'immagine risulta collegata alla directory /mnt/cdrom/. Al termine si esegue il distacco dell'immagine nel modo solito.

umount /mnt/cdrom[Invio]

Volendo, un'immagine di un file system ISO 9660 può risiedere in un disco normale, o meglio, un disco normale può essere utilizzato come se fosse un CD-ROM o un DVD-ROM. Quello che si ottiene è sempre un'unità in sola lettura, perché il tipo di file system non consente la modifica.

Supponendo che con l'esempio precedente si fosse ottenuto un file di dimensione inferiore o al massimo uguale a quella di un dischetto, si può riversare tale immagine nel modo seguente:

cp /home/tizio/prova.img /dev/fd0[Invio]

Una volta trasferito si può innestare il dischetto come se fosse un CD-ROM.

mount -t iso9660 /dev/fd0 /mnt/cdrom[Invio]

Al termine si esegue il distacco del dischetto nel modo solito.

umount /mnt/cdrom[Invio]

85.4.7   Isolinux

L'avvio di un CD-ROM o di un DVD-ROM attraverso la tecnica dell'immagine di un dischetto, specificato con l'opzione -b di mkisofs, può essere anche troppo limitante, soprattutto quando ci sarebbe l'esigenza di utilizzare un kernel Linux molto grande. Per questo, si può usare Isolinux, (2) che offre una tecnica differente.

Per avviare un CD-ROM o un DVD-ROM attraverso Isolinux, si crea normalmente la directory isolinux/ all'inizio della gerarchia che deve servire per realizzare il disco stesso. Al'interno di questa directory si collocano alcuni file, descritti nell'elenco seguente.

File Descrizione
isolinux.bin Si tratta del programma di avvio di Isolinux.
isolinux.cfg È il file di configurazione per l'avvio e si realizza in modo simile a quello di SYSLINUX.
vmlinuz È il file del kernel Linux (ma si può usare anche un altro nome, in base alla configurazione del file isolinux.cfg).

La directory isolinux/ può contenere anche tutti gli altri file che possono essere richiesti per l'avvio, in base alla configurazione specificata nel file isolinux.cfg.

Se la propria distribuzione GNU/Linux organizza un pacchetto per Isolinux (oppure per SYSLINUX, che incorpora Isolinux), il file isolinux.bin già pronto può trovarsi nella directory /usr/lib/isolinux/ (oppure /usr/lib/syslinux/): da lì va copiato nella directory isolinux/ già descritta.

Purtroppo, Isolinux non è in grado di funzionare in tutte le situazioni possibili, soprattutto a causa delle differenze che ci sono nei firmware (BIOS) dei vari tipi di elaboratori, pur restando sempre nella stessa architettura i386. Per cercare di capire dove si blocca il sistema di avvio, al posto di usare il file isolinux.bin che si trova nella directory /usr/lib/isolinux/isolinux.bin (oppure /usr/lib/syslinux/isolinux.bin), conviene copiare il file isolinux-debug.bin, ma nella directory isolinux/, deve avere poi sempre il nome isolinux.bin.

A titolo di esempio, viene mostrato come potrebbe essere configurato il file isolinux.cfg:

DISPLAY logo.msg

TIMEOUT 0
PROMPT 1
DEFAULT auto

LABEL auto
 LOCALBOOT 0x80

LABEL hda
 KERNEL vmlinuz
 APPEND root=/dev/hda ro

LABEL hdb
 KERNEL vmlinuz
 APPEND root=/dev/hdb ro

LABEL hdc
 KERNEL vmlinuz
 APPEND root=/dev/hdc ro

LABEL hdd
 KERNEL vmlinuz
 APPEND root=/dev/hdd ro

Quello che si vede è precisamente una riduzione della configurazione usata per nanoLinux La sintassi per la scrittura delle direttive di questo file è abbastanza intuitiva e comunque è compatibile con quella di SYSLINUX.

In questo esempio, si può vedere la direttiva DISPLAY, con la quale viene visualizzato il contenuto del file logo.msg; questo file si deve trovare, come gli altri, nella directory isolinux/. Successivamente, nelle direttive KERNEL, viene specificato il nome del file che contiene il kernel, che in questo caso è vmlinuz (sempre contenuto nella directory isolinux/).

Senza entrare nel dettaglio della configurazione di Isolinux, che per esempio consente di inserire nel file usato con la direttiva DISPLAY anche un riferimento a un'immagine da usare come un logo, conviene vedere come va usato mkisofs:

cd directory_iniziale_gerarchia

Si suppone che la directory corrente sia quella iniziale, a partire dalla quale si articola la struttura che si vuole tradurre nel CD-ROM o nel DVD-ROM:

mkisofs -R -o /tmp/cdrom.img -b isolinux/isolinux.bin \
  \-c isolinux/boot.cat -no-emul-boot -boot-load-size 4 -boot-info-table .

In questo caso, per comodità, si utilizza sempre la directory isolinux/ per inserire il file boot.cat.

85.4.8   GRUB

In modo simile a Isolinux, anche GRUB consente l'avvio da CD o da DVD, attraverso il programma contenuto in stage2_eltorito. In questo caso, serve solo il file stage2_eltorito e non c'è bisogno di uno stage1 e nemmeno di file intermedi.

Quello che serve per realizzare un CD o un DVD avviabile con GRUB è la solita struttura /boot/grub/, all'interno della quale si trova il file stage2_eltorito e il file menu.lst, più altri file eventuali che fossero richiamati dalla configurazione prevista. Molto probabilmente, il kernel del sistema da avviare si colloca nella directory /boot/, ma questo non è indispensabile e basta che il file menu.lst sia stato predisposto nel modo appropriato a questo riguardo.

Nel file di configurazione, per fare riferimento al CD o al DVD, non si può usare la voce (hdn) consueta: al suo posto si deve indicare (cd). L'esempio seguente mostra il contenuto di un file menu.lst, completo ma essenziale:

default 1
#
title hdb     root=/dev/hdb ro
kernel (cd)/boot/vmlinuz root=/dev/hdb ro
#
title hdc     root=/dev/hdc ro
kernel (cd)/boot/vmlinuz root=/dev/hdc ro
#
title hdd     root=/dev/hdd ro
kernel (cd)/boot/vmlinuz root=/dev/hdd ro

Una volta sistemati i file di GRUB, basta creare il file-immagine del CD o del DVD, in modo analogo a come si procede con Isolinux:

cd directory_iniziale_gerarchia

Si suppone che la directory corrente sia quella iniziale, a partire dalla quale si articola la struttura che si vuole tradurre nel CD-ROM o nel DVD-ROM:

mkisofs -R -o /tmp/cdrom.img -b boot/grub/stage2_eltorito \
  \-c boot/boot.cat -no-emul-boot -boot-load-size 4 -boot-info-table .

In questo caso, per comodità, si utilizza sempre la directory boot/ per inserire il file boot.cat.

85.5   Masterizzazione

Per giungere alla realizzazione di un proprio CD o DVD, occorre un'unità per la masterizzazione e il software adatto per trasferire un'immagine ISO 9660 nel disco vergine. In questa parte viene spiegato il procedimento a grandi linee. Prima di giungere alla masterizzazione vera e propria, ma anche prima di acquistare un masterizzatore, è bene leggere tutta la documentazione disponibile al riguardo, a cominciare da CD-Writing HOWTO di Winfried Trümper.

Il CD o il DVD che può essere realizzato in casa è un CD-R o un DVD-R/DVD+R, ovvero un Compact disk recordable o un Digital video disk recordable, oppure un CD-RW o un DVD-RW/DVD+RW, ovvero un Compact disk rewritable o un Digital video disk rewritable.

Teoricamente, il programma adatto per incidere un CD-ROM, dovrebbe essere capace di fare altrettanto con un DVD-ROM, ma in pratica, spesso non è così (si ricordi soprattutto che i DVD «+» richiedono una modalità di registrazione differente e ciò richiede di fatto strumenti specifici).

85.5.1   Masterizzatore SCSI

Il masterizzatore di tipo SCSI richiede che il kernel sia stato predisposto opportunamente, includendo in particolare la gestione generica delle unità SCSI. Oltre a questo, naturalmente, occorre avere indicato il tipo di unità di controllo SCSI di cui si dispone.

La registrazione di un CD attraverso un'unità SCSI avviene per mezzo di un dispositivo SCSI generico, utilizzando i file di dispositivo /dev/sc*. Questo significa anche che il programma di registrazione richiede l'identificazione dell'unità SCSI attraverso dei modi inconsueti. È necessario determinare di quale unità di controllo SCSI si tratta (probabilmente è l'unica installata), il numero dell'unità SCSI e l'eventuale LUN (se il LUN non viene utilizzato, questo corrisponde semplicemente a zero).

85.5.2   Masterizzatore ATA/ATAPI

Per utilizzare un masterizzatore collegato attraverso l'interfaccia ATA/ATAPI, occorre abilitare l'emulazione SCSI all'interno della gestione ATAPI. In pratica, oltre alle indicazioni già viste per la masterizzazione utilizzando un'interfaccia SCSI, occorre disabilitare la gestione del lettore CD-ROM/DVD-ROM ATA/ATAPI e attivare l'emulazione SCSI. Inoltre, dal momento che il kernel Linux non è in grado di distinguere la presenza di un masterizzatore ATAPI, occorre dare l'opzione seguente in fase di avvio (dove hdx rappresenta la x-esima unità ATA):

hdx=ide-scsi

Utilizzando un kernel predisposto in questo modo, le unità CD-ROM o DVD-ROM risultano accessibili dai dispositivi /dev/sr* oppure /dev/scd* e non più attraverso quelli corrispondenti ai dispositivi ATA. Per verificare il riconoscimento di queste unità pseudo-SCSI, si può provare a utilizzare cdrecord con l'opzione -scanbus.

Se un programma per la masterizzazione di un CD ha difficoltà a riconoscere un modello ATAPI con emulazione SCSI, si può provare a indicarlo esplicitamente come un tipo MMC generico. Per esempio, con Cdrdao si può usare l'opzione --driver generic-mmc-raw.

85.5.3   Problemi legati alla masterizzazione

La registrazione di un CD è un'operazione a senso unico senza possibilità di ripensamenti né ritardi. Se qualcosa non va, il CD che si ottiene è inutilizzabile. Vanno tenute a mente alcune regole fondamentali:

Il problema legato al flusso di dati costante è probabilmente il più delicato. Questo generalmente impedisce di utilizzare per altre attività l'elaboratore con cui si esegue la masterizzazione. Anche il problema della vibrazioni non deve essere trascurato; un urto potrebbe rovinare la registrazione, ma nello stesso modo, anche un'intensa attività del disco fisso può produrre delle vibrazioni capaci di interferire con la registrazione del CD.

Per ultimo va considerato anche il problema della pulizia del CD: prima della registrazione è opportuno afferrarlo con cura in modo da non sporcare il lato che deve essere inciso. Una volta registrato, è meno importante il problema della pulizia, salvo il caso del CD-RW che deve rimanere pulito per consentire il riutilizzo successivo in registrazione.

85.5.4   Determinazione delle coordinate SCSI

I programmi usati per incidere un CD, richiedono di specificare le coordinate SCSI necessarie a individuare il masterizzatore. Queste coordinate possono essere lette all'interno del file virtuale /proc/scsi/scsi. Per esempio si può vedere qualcosa come il listato seguente:

Attached devices: 
Host: scsi0 Channel: 00 Id: 06 Lun: 00
  Vendor: HP       Model: CD-Writer+ 9200  Rev: 1.0e
  Type:   CD-ROM                           ANSI SCSI revision: 04
Host: scsi2 Channel: 00 Id: 00 Lun: 00
  Vendor: IBM-DJSA Model: -210             Rev: AB8A
  Type:   Direct-Access                    ANSI SCSI revision: 02

In questo caso, si vede la presenza di un masterizzatore nell'unità di controllo 0, canale 0, ID 6, LUN 0. Per programmi come Cdrecord e Cdrdao, il canale non conta e le coordinate si esprimerebbero con la stringa 0,6,0.

85.5.5   Cdrecord

Cdrecord, (3) ovvero l'eseguibile cdrecord, è un programma in grado di registrare CD-R attraverso un gran numero di unità, principalmente SCSI. Per conoscere precisamente quali unità è in grado di gestire conviene consultare la documentazione interna e in particolare la pagina dedicata a questo programma: <http://www.fokus.gmd.de/research/cc/glone/employees/joerg.schilling/private/cdrecord.html>.

cdrecord [opzioni_generali] dev=dispositivo [opzioni_di_traccia] traccia...

Per l'utilizzo di unità SCSI occorre conoscere precisamente le coordinate dell'unità di masterizzazione. L'indirizzo può essere composto nei due modi seguenti:

dev=unità_controllo_scsi,scsi_id,lun
dev=scsi_id,lun

In pratica, il secondo modo può essere utilizzato quando si dispone di un'unica unità di controllo SCSI.

Le tracce sono semplicemente nomi di file da usare durante la registrazione. Se si intende utilizzare lo standard input si deve indicare un trattino singolo (-).(4)

Eventualmente, utilizzando l'opzione -scanbus, è possibile conoscere quali unità di controllo SCSI sono installate, assieme all'indicazione delle unità SCSI collegate e alle loro coordinate. Questa opzione è tanto più utile se si utilizzano unità ATAPI con l'emulazione SCSI.

Tabella 85.13. Alcune opzioni generali. Le opzioni generali vanno indicate prima della specificazione delle coordinate necessarie a raggiungere l'unità di registrazione.

Opzione Descrizione
-v
Durante la registrazione emette più informazioni.
-V
Durante la registrazione emette più informazioni legate al trasporto SCSI. L'uso di questa opzione è sconsigliabile in generale, perché genera un rallentamento che potrebbe provocare l'interruzione della registrazione.
-dummy
Permette di eseguire tutte le operazioni in simulazione. In pratica, tutto avviene come nella realtà, tranne per il fatto che il laser rimane spento.
-dao
Attiva la modalità SAO (Session at once). Questa modalità può essere usata solo con i masterizzatori che sono in grado di gestirla.
-multi
Lascia aperta la sessione, per consentire l'aggiunta di altre sessioni in seguito. È importante ricordare che non tutti i lettori CD-ROM sono in grado di leggere CD multisessione.
-msinfo
Emette una coppia di numeri che indica la posizione iniziale dell'ultima sessione presente nel CD e la posizione iniziale della prossima sessione che può essere aggiunta.
-nofix
Permette di non concludere una sessione con l'indice TOC. Ciò si usa solitamente per realizzare un CD audio in fasi successive, tenendo conto che un CD audio senza l'indice TOC finale non può essere ascoltato in un apparecchio di riproduzione normale. Si ottiene la creazione dell'indice TOC mancante con l'opzione -fix.
-fix
Permette di concludere una sessione inserendo un indice TOC, quando questa operazione non è già stata fatta automaticamente (fixating). Generalmente, questa opzione non viene utilizzata, perché la creazione dell'indice TOC è implicita, salvo l'uso dell'opzione -nofix.
-eject
Espelle il disco alla fine delle operazioni.
speed=velocità
Permette di definire la velocità di registrazione. Il valore da inserire è un numero intero corrispondente a un multiplo della velocità standard di riproduzione di un CD audio: 175 Kibyte/s. Per fare un esempio, il numero quattro corrisponde a quello che di solito si esprime come «x4» o «4x».
blank={all|fast|session\
  \|unclose|altra_opzione}
Permette di cancellare un CD-RW prima di un nuovo riutilizzo. Si utilizza una parola chiave per definire cosa cancellare esattamente. Il minimo è fast, che si limita a sovrascrivere gli indici, consentendo un riutilizzo completo del disco; all cancella tutto; session elimina solo l'ultima sessione unclose riapre l'ultima sessione, consentendo di accodare altre sessioni.Sono disponibili altre parole chiave per situazioni particolari, di cui si trova la descrizione nella pagina di manuale cdrecord(1).
driver=nome_driver
Permette di stabilire in che modo accedere al masterizzatore attraverso il nome che lo rappresenta sinteticamente (driver). Generalmente non è necessario specificarlo, a meno che cdrecord non sia in grado di riconoscere il tipo di unità. Si può usare precisamente l'opzione driver=help per conoscere l'elenco aggiornato dei nomi disponibili.

Tabella 85.14. Alcune opzioni di traccia. Le opzioni di traccia possono essere alternate tra i nomi dei file che rappresentano le tracce da registrare. La validità dell'effetto di queste opzioni riguarda le tracce successive, fino a che non si incontrano opzioni contrarie.

Opzione Descrizione
-data
Questa opzione è predefinita e permette di specificare che le tracce seguenti contengono dati ISO 9660 o Rock Ridge.
-audio
Indica che le tracce seguenti sono di tipo audio.
-pad
Aggiunge alla fine delle tracce una pausa di circa 15 secondi. Questa opzione può essere utile se il lettore risulta incapace di leggere gli ultimi settori delle tracce.
-bytes=dimensione
Questa opzione permette di specificare la dimensione in byte dell'immagine della traccia successiva. Può essere necessaria tale indicazione quando si tratta di una partizione di un disco, per cui la dimensione reale della traccia è inferiore a quella della partizione stessa. Generalmente si utilizza un'immagine in un file, la cui dimensione coincide con quella della traccia; in tal caso, questa opzione non ha la necessità di essere inserita.

Segue la descrizione di alcuni esempi.

85.5.6   Cdrdao

Cdrdao (5) è un programma per la registrazione di CD, specificando le varie tracce di una sessione attraverso un file di testo, indicato nel modello sintattico come file_toc. A questo file si fa riferimento come «file TOC». Cdrdao si compone in pratica dell'eseguibile cdrdao, che si usa con la sintassi seguente:

cdrdao comando [opzioni] file_toc...

Per l'utilizzo di unità SCSI occorre conoscere precisamente le coordinate dell'unità di masterizzazione. L'indirizzo, che va indicato come argomento delle opzioni --device e --source-device, deve essere composto nel modo seguente, che è compatibile con cdrecord:

unità_controllo_scsi,scsi_id,lun

Cdrdao è particolarmente adatto per la realizzazione di CD audio; tuttavia si vuole mostrare qui solo l'uso utile per ottenere dei CD-ROM.

Tabella 85.15. Alcuni comandi.

Opzione Descrizione
simulate
Simula la scrittura del CD a laser spento.
write
Richiede la scrittura normale del CD, in base alle specifiche contenute nel file TOC.

Tabella 85.16. Alcune opzioni.

Opzione Descrizione
--device unità_controllo_scsi,\
  \scsi_id,lun
Specifica l'unità SCSI da utilizzare per la scrittura del CD.
--speed n
Permette di definire la velocità di registrazione. I valori comuni possono essere 1, 2, 4 e 8. La scelta dipende dalla velocità massima che può gestire l'unità di masterizzazione e il CD utilizzato.
--buffers n
Permette di specificare la quantità di aree di memoria tampone da allocare per prevenire interruzioni nel flusso dei dati al masterizzatore. Il valore minimo è 10, mentre il valore predefinito è 32.
--eject
L'uso di questa opzione fa in modo che venga espulso il CD al termine della registrazione.
-v n
Questa opzione consente di stabilire il livello di dettaglio che si vuole raggiungere nelle informazioni fornite durante il funzionamento. Valori superiori a due danno una quantità molto grande di informazioni.
--driver nome[:opzioni]
Consente di forzare il riconoscimento del masterizzatore in base alle caratteristiche corrispondenti al nome indicato. Per esempio, il tipo generic-mmc-raw corrisponde al masterizzatore comune di tipo ATAPI con emulazione SCSI.

Per la realizzazione di CD-ROM normali, in cui si registra una sola traccia, il file TOC è molto semplice da definire e non è il caso di approfondirne la sintassi. Viene mostrato solo un esempio standard:

CD_ROM
TRACK MODE1
DATAFILE "traccia_1"

In questo caso si fa riferimento all'immagine traccia_1, contenuta nella directory corrente, probabilmente dove si trova anche il file TOC (gli apici doppi che racchiudono il nome del file sono obbligatori).

Segue la descrizione di alcuni esempi di utilizzo.

85.6   Dischi multitraccia e dischi multisessione

All'inizio del capitolo è stato spiegato brevemente cosa si intende per sessioni e per tracce. Indipendentemente dalla possibilità tecnica di realizzare un disco contenente più di una traccia per sessione e più di una sessione per disco, è poi il contesto che consente o meno di utilizzare queste tecniche.

85.6.1   Tracce

Un CD o un DVD contenente dei dati (CD-ROM o DVD-ROM) deve utilizzare per questo la prima traccia della prima sessione. Eventualmente, la sessione può contenere anche altre tracce di tipo diverso (di solito tracce audio), che non vanno così a interferire con i dati.

Volendo, è molto facile realizzare in un CD-ROM una sessione contenente diverse immagini di dati, in altrettante tracce, ma poi diventa impossibile innestarle. Per esempio, se si utilizza Cdrecord nel modo seguente, dove i file uno.img e due.img sono due immagini ISO 9660, si ottengono effettivamente due tracce dati, ma quando si innesta il CD, si accede in pratica solo alla prima delle due:

cdrecord dev=0,3,0 -data uno.img due.img[Invio]

85.6.2   Sessioni

Teoricamente è possibile aggiungere dei dati a un CD-ROM che contiene una sessione aperta, in cui la traccia dati contiene un file system ISO 9660. Per ottenere questo risultato, si crea una seconda immagine ISO 9660 speciale, che viene inserita in una traccia nella sessione successiva. Quando si innesta un CD-ROM del genere, se si fa riferimento all'ultima sessione, si dovrebbe riuscire a «vedere» l'insieme dei file system.

In pratica, è bene evitare di agire in questo modo, perché si tratta di un procedimento complesso e il risultato non è sempre assicurato.

Per cercare di mostrare come funziona la cosa, si mostra un esempio che parte dalla creazione della prima immagine, da inserire nella prima traccia (della prima sessione):

mkisofs -r -o uno.img /home/tizio/uno[Invio]

Con questo comando si genera il file uno.img contenente l'immagine ISO 9660 della directory /home/tizio/uno/.

Si masterizza la prima sessione con la traccia dati corrispondente al file uno.img, utilizzando il masterizzatore collocato nella posizione «0,0,0» (molto probabilmente si tratta di un masterizzatore ATAPI e l'elaboratore non dispone di unità di controllo SCSI vere e proprie):

cdrecord dev=0,0,0 -multi -data uno.img[Invio]

A questo punto si può verificare la collocazione della sessione:

cdrecord dev=0,0,0 -msinfo[Invio]

0,17794

Il primo numero rappresenta l'inizio della sessione e il secondo sarebbe la posizione iniziale per la sessione successiva. Questa informazione viene usata da mkisofs (oppure mkhybrid) per generare l'immagine dell'aggiunta che si vuole generare:

mkisofs -r -C `cdrecord dev=1,0,0 -msinfo` -M uno.img \
  \-o due.img /home/tizio/prova_1
[Invio]

Come si vede, mkisofs ha bisogno di conoscere la collocazione della sessione precedente e di quella successiva, ma soprattutto ha bisogno di rileggere l'immagine precedente. Si passa così alla masterizzazione dell'immagine due.img nella seconda sessione:

cdrecord dev=0,0,0 -multi -data due.img[Invio]

Volendo si può controllare ancora la posizione dell'ultima sessione:

cdrecord dev=0,0,0 -msinfo[Invio]

17794,24996

Per innestare la seconda sessione del CD-ROM, allo scopo di trovare la somma delle due immagini contenute, occorre fare riferimento esplicito alla seconda (ultima) sessione:

mount -o session=1 -t iso9660 /dev/scd0 /mnt/cdrom[Invio]

85.7   DVD-ROM

La realizzazione di un DVD-ROM richiede normalmente l'uso di strumenti differenti rispetto a quelli utili per i CD-ROM, perché il DVD offre possibilità in più rispetto al CD-ROM tradizionale, anche se i concetti fondamentali rimangono.

85.7.1   Dvdrecord

Dvdrecord, (6) è una derivazione di Cdrecord, realizzata in modo particolare per l'incisione di DVD-R e DVD-RW. Si compone dell'eseguibile dvdrecord che utilizza diverse opzioni nello stesso modo di cdrecord:

dvdrecord [opzioni_generali] dev=dispositivo [opzioni_di_traccia] traccia...

L'esempio seguente mostra la procedura per cancellare un DVD-RW comune, in modo rapido, utilizzando un masterizzatore ATAPI che risulta avere le coordinate SCSI 0,0,0:

dvdrecord -v -dao blank=fast driver=mmc-mdvd speed=2 dev=0,0,0[Invio]

Per procedere all'incisione partendo da un file-immagine (in questo caso si tratta del file immagine.iso), si può usare un comando simile a quello seguente:

dvdrecord -v -dao -overburn driver=mmc-mdvd speed=2 dev=0,0,0 immagine.iso[Invio]

Si osservi che la velocità specificata con l'opzione speed va considerata nel contesto del DVD, pertanto il flusso di dati che si ottiene è di gran lunga maggiore rispetto allo stesso valore usato per incidere un CD-ROM.

85.7.2   Growisofs e DVD+rw-format

Growisofs, (7) è il programma principale del pacchetto DVD+rw-tools, che, nonostante il nome, è rivolto sia a DVD+R/DVD+RW, sia a DVD-R/DVD-RW:

growisofs [opzioni_generali] {-Z|-M} file_di_dispositivo opzioni_di_mkisofs

Il modello sintattico mostrato non è abbastanza chiaro e si rende necessario osservare gli esempi per comprendere il senso generale.

Il nome Growisofs deriva dal fatto che originariamente il suo scopo era di pilotare correttamente il programma mkisofs per consentire l'aggiunta di dati a un file system ISO 9660 su un'unità di memorizzazione che lo consente. Attualmente, Growisofs gestisce in modo trasparente diverse tecniche che consentono in pratica di aggiungere dati a un DVD-ROM.

La differenza fondamentale di Growisofs (e degli altri programmi del pacchetto DVD+rw-tools) rispetto a Cdrecord e ai suoi derivati, sta nel fatto che l'unità del masterizzatore viene individuata attraverso il file di dispositivo, per esempio /dev/sr0, senza bisogno di fornire delle coordinate SCSI.

Prima di passare agli esempi di utilizzo di Growisofs conviene conoscere l'uso delle opzioni principali specifiche di questo programma, ricordando che alla fine della riga di comando si inseriscono le opzioni e gli argomenti da dare a mkisofs, ammesso che non si intenda fornire un file-immagine già pronto per la masterizzazione.

Tabella 85.20. Alcune opzioni specifiche di Growisofs.

Opzione Descrizione
-Z file_di_dispositivo
-M file_di_dispositivo
È obbligatorio l'uso di una di queste due opzioni, per stabilire il file di dispositivo corrispondente all'unità fisica da usare per la masterizzazione. L'opzione -Z (zap) dichiara che si tratta di una sessione iniziale, mentre l'opzione -M (merge) richiede l'aggiunta di una nuova sessione a quelle esistenti.
-Z file_di_dispositivo=file_immagine
Questa variante nell'uso dell'opzione -Z, consente di fornire un file-immagine già pronto, senza bisogno di utilizzare mkisofs.
-dvd-compat
Fa in modo di registrare una sola sessione, senza la possibilità di aggiungerne altre.
-speed=n
Consente di specificare la velocità di scrittura, quando per qualche ragione non si vuole lasciare determinare automaticamente questo valore.

Segue la descrizione di alcuni esempi di utilizzo del programma; si osservi che dopo l'opzione -Z o -M, appaiono opzioni e argomenti di mkisofs.

Il pacchetto DVD+rw-tools include anche un altro programma che può rivelarsi molto importante: DVD+rw-format. Come si può osservare, nella descrizione fatta di Growisofs mancano delle opzioni specifiche per la «cancellazione» di un DVD±RW e in effetti non c'è alcun bisogno di fare questo, salvo quando si vuole utilizzare Growisofs in modo non interattivo all'interno di uno script.

Quando si utilizza Growisofs all'interno di uno script, con l'opzione -Z, se il disco fornito risulta contenere già un file system ISO 9660, il procedimento viene interrotto, perché non c'è modo di dare all'utente il tempo di rinunciare all'operazione.

Il programma DVD+rw-format serve a compiere delle operazioni piuttosto «misteriose», simili all'inizializzazione di un disco comune:

dvd+rw-format [-force[=full]] [-blank[=full]] file_di_dispositivo

Il programma DVD+rw-format consente di conoscere e di modificare la modalità, che può essere sequenziale o restricted overwrite (il secondo caso riguarda solo i DVD-RW). Per leggere la modalità, basta usare il programma senza opzioni:

dvd+rw-tools /dev/sr0[Invio]

In questo modo si legge la situazione del disco contenuto nell'unità corrispondente al file di dispositivo /dev/sr0. Ecco cosa si potrebbe ottenere:

* DVD±RW format utility by <appro@fy.chalmers.se>, version 4.9.
* 4.7GB DVD-RW media in Restricted Overwrite mode detected.
- media is already formatted, lead-out is currently at
  183200 KB which is 4.0% of total capacity.
- you have the option to re-run dvd+rw-format with:
  -force[=full] to enforce new format or mode transition
                and wipe the data;
  -blank[=full] to change to Sequential mode.

In situazioni difficili, con DVD-RW che non vogliono saperne di funzionare, si è rivelato utile agire con la sequenza di comandi seguente, dove comunque il punto numero due è facoltativo:

  1. dvd+rw-tools -force=full /dev/sr0[Invio]

  2. growisofs -Z /dev/sr0=/dev/zero[Invio]

  3. growisofs -Z /dev/sr0=immagine.iso[Invio]

In pratica, nell'ultimo passaggio viene copiato un file-immagine già pronto. L'errore osservato che nel modo appena mostrato è stato possibile risolvere si è manifestato così:

growisofs -Z /dev/sr0=immagine.iso[Invio]

/dev/sr1: "Current Write Speed" is 1.0x1385KBps.
:-[ WRITE@LBA=0h failed with SK=5h/ASC=30h/ACQ=05h]: Wrong medium type
:-( media is not formatted or unsupported.
:-( write failed: Wrong medium type

Per concludere è il caso di annotare che il programma growisofs potrebbe risiedere nel file system con i permessi «SUID-root», in modo che ogni utente possa accedere all'unità di scrittura DVD senza difficoltà. Teoricamente, il programma dovrebbe essere in grado di usare tali privilegi solo per la registrazione del disco, tornando ai privilegi originali nel momento in cui deve accedere ai dati da memorizzare.

85.8   Estrazione della prima traccia dati

Un file system ISO 9660 può trovarsi in un CD-ROM o in un altro tipo di unità di memorizzazione, precisamente nella prima traccia dati. Qualunque sia la situazione, questa traccia dati può avere una dimensione inferiore all'unità di memorizzazione. Trovandosi nella necessità di estrarla, è utile conoscerne tale dimensione.

Se c'è il modo di innestarlo, basta utilizzare successivamente il comando df per sapere esattamente il numero di kibibyte (simbolo: «Kibyte») contenuti; ma in alternativa si può utilizzare il programma isosize contenuto nel pacchetto di X-CD-Roast. Per la precisione dovrebbe trovarsi nella directory /usr/lib/xcdroast*/bin/:

/usr/lib/xcdroast*/bin/isosize /dev/cdrom[Invio]

Il comando mostra in che modo sia possibile determinare la dimensione della prima traccia dati del CD-ROM inserito nel lettore corrispondente al dispositivo /dev/cdrom (quello predefinito). Volendo estrarre la traccia, senza altri dati aggiuntivi, si potrebbe utilizzare dd nel modo seguente:

dd if=/dev/cdrom of=traccia bs=1b count=`isosize /dev/cdrom`[Invio]

In questo caso si suppone che isosize sia accessibile attraverso l'elenco dei percorsi di ricerca per gli eseguibili, della variabile di ambiente PATH.

85.8.1   Verifica di un disco appena registrato

La verifica del successo o meno nella registrazione di un CD-ROM o di un DVD-ROM può essere fatta in un modo piuttosto semplice: leggendo tutto il contenuto e verificando se con questa operazione si ottengono delle segnalazioni di errore.

Supponendo di disporre di un lettore per CD-ROM o per DVD-ROM in corrispondenza del dispositivo /dev/hdc, si potrebbe procedere come segue:

cat /dev/hdc > /dev/null 2> /tmp/errori.txt[Invio]

Se tutto va bene, alla fine si ottiene un file /tmp/errori.txt vuoto. Altrimenti il file riporta una segnalazione del tipo seguente:

cat: /dev/hdc: I/O error

Alle volte si possono osservare sullo schermo delle segnalazioni di errore aggiuntive anche quando il file /tmp/errori.txt, o un suo equivalente, risulta vuoto alla fine del test. Dal momento che sia lo standard output, sia lo standard error del comando, sono ridiretti, si tratta di messaggi estranei provenienti dal sistema. A tali messaggi di errore corrispondono poi dei nuovi tentativi; solo se il sistema non riesce in alcun modo a superare gli errori viene coinvolto il comando stesso, che poi lo segnala attraverso lo standard error.

Se si ottiene una segnalazione di errore attraverso lo standard error di un comando di lettura, come cat, il CD-ROM o il DVD-ROM è difettoso, altrimenti gli errori segnalati sullo schermo sono ignorabili. Inoltre, è il caso di ricordare che prima di iniziare il controllo di un altro disco, è necessario cancellare il file di destinazione dello standard error.

rm /tmp/errori.txt ; cat /dev/hdc > /dev/null 2> /tmp/errori.txt[Invio]

Tuttavia, si potrebbe fare meglio utilizzando il programma isosize già descritto nella sezione precedente. In questo modo si evitano tentativi di lettura oltre la fine della traccia, che generano normalmente degli errori tali da creare un po' di confusione:

dd if=/dev/cdrom of=/dev/null bs=1b count=`isosize /dev/cdrom`[Invio]

85.9   CD-ROM e DVD-ROM con file system differenti

Un CD o un DVD può essere masterizzato anche utilizzando per la traccia dati un file system differente dal solito ISO 9660. Evidentemente, qualunque cosa sia, alla fine è possibile solo l'accesso in lettura. In questo senso è da considerare la possibilità di utilizzare i CD o un DVD per l'archiviazione di un file singolo (tar+gzip, o qualcosa del genere), senza la necessità di creare l'immagine di un file system vero e proprio.

È importante considerare che un CD o un DVD contenente tracce audio, non può essere innestato: l'ascolto richiede programmi appositi, così come l'estrazione delle tracce.

85.10   Riferimenti

Appunti di informatica libera 2006.01.01 --- Copyright © 2000-2006 Daniele Giacomini -- <daniele (ad) swlibero·org>, <daniele·giacomini (ad) poste·it>


1) Mkisofs   GNU GPL

2) Isolinux   GNU GPL

3) Cdrecord   GNU GPL

4) Generalmente, l'utilizzo di una pipeline per generare l'input di un programma di masterizzazione dei CD-R è sconsigliabile. Ciò perché potrebbero verificarsi dei ritardi nel flusso di dati che giunge all'unità di masterizzazione, provocando l'interruzione irreversibile della registrazione stessa.

5) Cdrdao   GNU GPL

6) Dvdrtools   GNU GPL

7) DVD+rw-tools   GNU GPL


Dovrebbe essere possibile fare riferimento a questa pagina anche con il nome cd_cd_rom_dvd_rom_e_file_nbsp_system_iso_9660.htm

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